Treviso Marathon nel cuore: ventitré i senatori sempre al via delle precedenti 16 edizioni
Cincotto e Schiavon raccontano la loro avventura lungo i 42,195 km della maratona trevigiana
Domenica 27 marzo i fedelissimi protagonisti con lo start accanto ai top runner
Fedelissimi. È proprio il caso di dirlo. Perché loro, quelli che ormai per tutti sono diventati i “senatori”, sono sempre stati al via di tutte le edizioni della Treviso Marathon. Fin dalla prima, il 14 marzo 2004. Decine i maratoneti sempre presenti in questi sedici anni sono ormai punto fermo della manifestazione e l’hanno vissuta proprio dal “di dentro”, passando dalle prime edizioni quando si partiva da Vittorio Veneto attraverso quelle nel cuore della provincia e di Conegliano per poi viversi il nuovo percorso legato al capoluogo, con i suoi aspetti storico-architettonici e gli aspetti naturalistici, con il Sile protagonista.
A raccontarci le emozioni di 16 Treviso Marathon sono il 50enne impiegato Michele Schiavon e la cinquantaduenne Sabrina Cincotto, entrambi di Roncade, uno dei comuni che, come nel 2019, sarà attraversato durante i 42,197 km della gara. “Io ho iniziato a correre proprio per fare la prima edizione, prima non correvo, arrivavo dal nuoto, lunghe distanze – commenta Schiavon – alla fine mi sono appassionato al podismo e ho lasciato il nuoto. Ogni anno per me la Treviso Marathon è un appuntamento fisso. Ancor di più dal 2019, perché sono stato promotore di dell’intrattenimento proprio nel comune di Roncade, con i gruppi musicali e le scolaresche coinvolte. Per quest’anno conto di replicare l’iniziativa. Il percorso poi è molto bello, con gli ultimi chilometri il Sile. Certo, la prima volta non si scorda mai e a me è piaciuto anche il percorso da Vittorio a Treviso”.
Sabrina (che rappresenta il gentil sesso insieme ad Edi Cadorin) è commerciante nel settore abbigliamento con un negozio a Roncade e correva già, anche prima di “incontrare” la Treviso Marathon. A spingerla a scendere in “strada”, una malattia da sconfiggere, il linfoma di Hodgkin nel 1998. “Prima della malattia già correvo, ma da quel momento ho deciso di voler correre la maratona, lo sport è come la vita, raggiungere un traguardo è sempre una cosa bella – racconta Sabrina – aver superato la malattia mi ha fatto amare ancora di più lo sport, che ti rende più forte e di permette di affrontare un ostacolo e trovare la forza di volontà per superarlo. Dopo alcune esperienze nei 42 chilometri, nel 2004 non potevo perdermi la maratona di casa. E le ho fatte tutte. Quella che mi è piaciuta di più? Tutte sono state belle, con le proprie storie e le emozioni da raccontare. Certo è che questo percorso è quello che mi piace di più e poi si passa in Restera, un posto simbolo per i trevigiani”.
Domenica 27 marzo sarà la 17 volta. La Treviso Marathon è un'amore che non finisce mai.