Leo Di Angilla alla 34^ Huawei Venicemarathon per correrla, viverla e raccontarla in un libro
Il batterista/percussionista di
Jovanotti e Mengoni domenica 27 ottobre sarà al via della 34^ Huawei
Venicemarathon, per correre e raccontare attraverso il libro “Ritmo per
correre” la sua capacità di conciliare il lavoro da musicista alla preparazione
della Maratona di Venezia. “Inizierò a scrivere l’ultimo capitolo domenica sera
quando rientrerò dalla maratona”
Venezia, 18 settembre 2019 - In pochi sanno che il
percussionista/batterista di Jovanotti e Marco Mengoni è un maratoneta, e
ancora in meno sono a conoscenza del fatto che stia diventando uno scrittore. Leo
Di Angilla, il musicista veneziano che attualmente lavora con i due
cantautori, ma che in passato ha collaborato con moltissimi altri big della
musica italiana e non solo, sta scrivendo un libro nel quale racconta come un
musicista dalla vita complicata, che ha iniziato a correre per caso pochi fa,
sia in grado di conciliare un’intensa attività professionale ad una grande
passione come la corsa, con l’obiettivo di preparare in poco più di due mesi la
34^ Huawei Venicemarathon. L’ultimo capitolo di “Ritmo per correre”
sarà infatti dedicato alla Maratona di Venezia del prossimo 27 ottobre,
meta finale di questo viaggio.
Leo si definisce “un amatore dalla gamba semi-svelta”, fisicamente portato a
correre grazie ad un fisico molto snello e agile. La sua giovane carriera da
maratoneta annovera due partecipazioni alla Maratona di Venezia e una alla
Maratona di Genova, con un personal best di tutto rispetto: 3h29’, realizzato
proprio a Venezia, senza contare il lungo elenco di mezze maratone, trails
e corse con minor chilometraggio.
Quando è nata l’idea di scrivere questo libro?
“Ad inizio agosto, ho saputo che avrei iniziato il nuovo tour con Marco
Mengoni a Novembre, e così ho pensato che ad ottobre avrei assolutamente voluto
correre una maratona. La scelta è subito ricaduta su quella di casa, la mia
preferita. Da qui è nata l’idea di scrivere un libro che ne raccontasse il
percorso di avvicinamento, per dimostrare come sia possibile, in poco tempo e
con poche velleità, prepararsi per una 42 chilometri. Il libro è una sorta di
diario scritto a quattro mani, assieme al mio preparatore Pier Paolo Chiofalo:
io ci metto l’anima e le gambe, lui il cervello; io descrivo allenamenti,
sensazioni, pensieri e fatiche e lui arricchisce il tutto con tabelle e appunti
tecnico-scientifici. La sera di domenica 27 ottobre, quando rientrerò dalla
Venicemarathon, scriverò le ultime pagine, quelle appunto dedicate al gran
finale”.
Quando hai iniziato a correre?
“E’ stato il maggiore dei miei 5 figli, circa 8 anni fa, a chiedermi di
accompagnarlo a correre. Lui, poi, si è subito stufato, mentre io me ne sono innamorato.
Trovo che ci siano molte affinità tra musica e sport. Mantengo lo stesso
approccio mentale sia quando preparo un concerto che quando mi alleno per una
maratona. Focalizzo l’obiettivo, individuo il percorso per raggiungerlo,
dopodiché cancello dalla testa la meta finale e mi concentro solo sulle varie
tappe. Se ad ogni allenamento dovessi ricordarmi che il 27 ottobre dovrò
percorrere 42 chilometri, non riuscirei a correre serenamente. Al contrario,
invece, vivo la giornata e mi godo il percorso di avvicinamento, perché il
bello di un viaggio è il viaggio stesso e non solo il punto d’arrivo”.
Durante i tours come riesci ad allenarti?
“Gli allenamenti durante i tours sono solo propedeutici. Ad agosto, ad
esempio, mentre ero con Jovanotti uscivo a correre senza badare a tempi e
chilometri, ma solo per portare il corpo e la testa a creare quel substrato di
abitudine che mi è servito poi a settembre per ripartire con regolarità”.
Qual è il tuo approccio alla gara?
“Ho ideato un protocollo: RACT©, dove R sta per Relax e quindi penso a
rilassare continuamente i muscoli del viso, del collo, delle spalle e in
generale tutte le parti del corpo che non sono direttamente funzionali alla
corsa; A sta per Alimentazione e quindi mi impongo di fermarmi ad ogni ristoro
dove bevo o mangio qualcosa; C sta per Costanza, ovvero mantenere un ritmo (per
me molto naturale) durante tutta la corsa senza strappi e T sta per
Traiettoria, dove cerco sempre di seguire la linea più corta e meno
dispendiosa”.
Ogni quanto ti alleni?
“Un giorno si e un giorno no. Mi alleno in Venezia, seguendo i percorsi più
o meno abituali dei runners veneziani. Di solito esco presto la mattina e
faccio il perimetro della città di circa 15-16 chilometri con 50-60 ponti,
mentre altre volte mi spingo fino al Parco San Giuliano di Mestre”.
Perché hai scelto di correre la Maratona di Venezia?
“Perché è la maratona di casa, affascinante e allo stesso tempo comodissima,
e poi per il forte legame che mi lega dai banchi di scuola a Lorenzo Cortesi
(General Manager di Venicemarathon) con il quale spesso condivido allenamenti
ai “Murazzi” del Lido. Lorenzo è stato una delle prime persone alle quali ho
confidato il progetto del libro”.
Cosa ne pensi del percorso della Huawei Venicemarathon?
“Adoro questo percorso dal primo all’ultimo metro, e non lo dico per
campanilismo ma perché paesaggisticamente è davvero unico al mondo e il calore
della gente è un grande valore aggiunto. Adoro la Riviera del Brenta, mi piace
molto Mestre e sono curioso di passare attraverso il nuovo polo museale M9. Mi
piacciono poi i viali verdi del Parco San Giuliano dove spesso mi alleno. Il
piccolo neo per me resta il Ponte della Libertà ma, passato quello, è
spettacolo puro”.