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Fare ripartire l’atletica è una sfida sociale, ma con quale idea, se non quella del colpo di spugna

Fare ripartire l’atletica è una sfida sociale, ma con quale idea, se non quella del colpo di spugna

Tutti vogliono che l’Atletica Leggera con tutte le sue discipline che la determinano riparti per abbagliare nuovamente l’Italia sportiva per apprezzarne l’integrazione sociale e la formazione che ti trasferisce. Tra i tanti che lo sperano ci sono anch’io chiedendomi anche con quali regole. Per farla ripartire ho letto: è necessaria la distanza sociale, applicare tutte le norme anti contagio e in più applicare la sanificazione prima e dopo di ogni prova, cosa che comporterebbe lunghi tempi per attuarla con i parametri dettati dalla sanità, intervalli necessari, ma che accenderebbero discussioni e malumori, mettendo in dubbio anche la validità della gara.  La gara di Corsa su Strada, con le migliaia di persone che la praticavano, resta difficile anche parlarne, per questa disciplina di massa non è stata possibile mettere insieme nemmeno un’immaginaria proposta tranne quella dei costi alti per continuare a farla. Dopo aver letto e ascoltato proposte e bozze di regolamenti aggiungerei per farla ripartire ci vorrebbe anche il miracolo. Per il resto che continuo a scrivere in questa pagina, riconosco che mi darete del matto e vi chiederete da dove sono sbucato fuori. Allora con chiarezza dico di adottare la norma “Dentro o Fuori” meglio conosciuta come “colpo di spugna” per portarci nella passata realtà dell’Atletica Leggera praticata, oppure per mettere la parola fine, decisione amara per non creare una realtà lontana dalla cognizione dello Sport. A chi mi darà del nostalgico, rispondo: considero sport quello fatto con pacche sulle spalle, abbracci affettuosi, strette di mano, confronto diretto e… insomma senza alcuna barriera. Finisco soffermandomi pensando i giovani della Categoria Promozionale, dove lo sport dell’Atletica non può essere limitato, ma rimanere un gioco di gruppo.


Giuseppe Sacco