Un’ora al buio, in silenzio, senza
smartphone né forza di gravità:
si chiama Floating l’innovativa tecnica di rilassamento per
corpo e mente che si pratica in speciali vasche a forma di guscio e permette di
incrementare molto le performance
Combattere l’ansia, rigenerare i muscoli e ritrovare la concentrazione per affrontare una competizione sportiva, riprendersi più in fretta da infortuni o ricaricarsi dopo un allenamento intenso senza dover ricorrere a integratori: da oggi si fa galleggiando al buio per un’ora in una speciale vasca a forma di guscio. La tecnica si chiama “Floating”, letteralmente galleggiamento, ed è già molto diffusa negli Stati Uniti e nel Nord Europa.
Ancora
poco conosciute in Italia, le “vasche
di deprivazione o isolamento sensoriale”
permettono al cervello di fare una sorta di reboot di processi che
stanno alla base del sistema endocrino e immunitario e al corpo di incrementare
le performance atletiche. Grazie all’assenza
di gravità e al potere del magnesio, che riduce il gonfiore, disintossica i
muscoli dall’accumulo di
acido lattico e aiuta il rilassamento muscolare.
E’ la soluzione satura di sale
di Epsom (solfato di Magnesio), infatti, che permette di galleggiare all’interno di queste speciali
vasche, strutturate come un guscio in cui scivolare e isolarsi dal mondo
esterno. Pur non avendo la pretesa di sostituirsi alla terapia medica, questa
tecnica rappresenta un eccellente aiuto per l’abbattimento dello stress, la riduzione del cortisolo ed
epinefrina nel sangue, i dolori muscolari e la ripresa dopo allenamenti intensi
o infortuni. Atleti professionisti di differenti discipline utilizzano il
floating in fase di preparazione e ripresa, dai team olimpici inglesi,
australiani e greci ai giocatori di baseball e di calcio in Italia e nel mondo.
Qualche esempio? Sciatori professionisti come lo svedese Jon Olsson. O ancora:
Carl Lewis, che si preparò con
questa tecnica quando segnò il
record nel salto in lungo.
Studi
effettuati su atleti professionisti che hanno praticato regolarmente il
floating hanno dimostrato un incremento delle performance personali. I benefici fisici del galleggiamento sono comprovati da oltre 300 testi
scientifici pubblicati in tutto il mondo.
Ma non
solo: galleggiare per un’ora
in totale relax aiuta sia il corpo che la mente. E’ dimostrato come il floating aiuti a ridurre la pressione
sanguigna e i livelli di cortisolo ed epinefrina, mentre per contro il corpo fa
scorta di endorfine ed encefalina, ormoni che favoriscono la sensazione di
benessere e contribuiscono ad abbattere dolore e fatica.
La sensazione che si prova in vasca è più simile al fluttuare nello spazio che al galleggiare in piscina, in quanto la soluzione salina è mantenuta alla stessa temperatura del corpo. Il buio e il silenzio fanno il resto, permettendo di raggiungere uno stato di profondo rilassamento. Ma è possibile anche ascoltare la propria musica preferita o addirittura telefonare al proprio coach. Le vasche sono inoltre attrezzate per la cromoterapia. Una seduta dura in media 1 ora/1 ora e mezzo.
A progettare le innovative vasche è stato Paolo Petracchi, giovane ingegnere aeronautico che a un certo punto della vita ha deciso di spendere il proprio bagaglio di conoscenza su un campo completamente diverso, ma in rapidissima espansione. Se solo qualche anno fa il mercato delle vasche di galleggiamento poteva essere considerato una nicchia, oggi vale 90-100 milioni di euro (con l’aspettativa di raggiungere gli 800 nel giro di 3 anni) e negli Stati Uniti i centri si moltiplicano a ritmo esponenziale.
Float&Co.
è l’unico produttore di vasche di deprivazione sensoriale in
Italia, mentre se ne contano 16 in tutto a livello mondiale. I sistemi di
sanificazione dell’acqua
vengono sviluppati a Carmignano (Prato) mentre i componenti della vasca vengono
prodotti in altre zona della Toscana e a Ferrara.
Le “vasche di deprivazione sensoriale” di Firenze, però, sono diverse da tutte le altre: cinque i brevetti innovativi registrati, a partire dal design, che segue le proporzioni auree. Altri accorgimenti riguardano l’idraulica e il cosiddetto “FlyFloating”, ovvero la proiezione di filmati all’interno della vasca, che danno l’impressione di vivere realmente l’esperienza che sta guardando. Così ad esempio guardando il volo di un’aquila dalla prospettiva del volatile, il cervello – privato di riferimenti spaziali – tende a immedesimarsi in quello che vede e si “convince” di stare volando.
Non a caso le sessioni di galleggiamento vengono utilizzate anche per sedute di coaching o per smettere di fumare. “Durante la veglia – spiega Petracchi – il nostro cervello è impegnato per il 75% nel mantenere l’equilibrio, monitorare ciò che succede intorno a noi e gestire i nostri movimenti. Se togliamo tutti gli stimoli esterni, la nostra mente scivola in uno stato di profondo riposo: un’ora di galleggiamento equivale a 6/7 ore di sonno”. Il floating aiuta anche a combattere i disturbi del sonno, in quanto “allena” il cervello a lavorare sulle onde theta, ovvero lo stato che precede il sonno. E durante il quale facciamo scorta di endorfine, l’ormone della serenità.